Rientrando dall’assemblea nazionale del PD…

…ripenso alla giornata. La mia partecipazione l’ho intesa (visto che va di moda in questo periodo) come una “partecipazione di servizio”. Di servizio per il PD, per capire dai nostri dirigenti cosa è successo negli ultimi due mesi (e ho capito poco…), per capire le ragioni dei militanti di Occupy PD che hanno pacificamente portato il loro disagio in quella che è anche la loro casa (e ho già capito di più…), per capire come uscire da questa situazione che rischia di diventare facilmente un vicolo cieco (e qua devo dire che c’è ancora abbastanza da fare…).
Non mi dilungo sugli interventi, credo che sia giusto però specificare che ho consciamente deciso di NON votare Guglielmo Epifani come segretario (e come me hanno fatto 120 delegati, contro i 440 invece a favore, numeri circa perdonatemi).


Non l’ho fatto, dopo aver ascoltato attentamente e, quanto più “laicamente” possibile, il suo intervento. E non m’ha convinto. Come non m’ha convinto il processo che ha portato il “caminetto” del PD a decidere la sua investitura, senza calcolare la delicatissima fase politica che stiamo vivendo. Nel suo intervento Epifani: non ha garantito che non si sarebbe ricandidato al congresso autunnale, non ha garantito che non verranno toccate le primarie come strumento di selezione del futuro candidato, non ha specificato tempi e modalità (e vabbè, in fondo questo lo posso anche giustificare) del governo atipico che ci sta causando (e ci causerà) non pochi problemi politici, ha fatto richiami non all’unità ma all’unitarietà con strane argomentazioni. Nonostante tutto questo, ora il PD ha di nuovo in segretario, al quale auguro buon lavoro visto che ne avrà sicuramente molto bisogno. Ma il PD non è di certo fuori pericolo e penso che chi ha responsabilità politiche di alto livello (segretari regionali, Epifani, membri direzione nazionale) debba inaugurare un fase di ascolto straordinario, dentro e fuori il partito. E di conseguenza aprire il partito a iscritti, elettori e semplici cittadini.

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