Non cedere.

Stamattina alla radio hanno fatto sentire l’opinione di alcuni modenesi sull’abominevole attacco terroristico di ‪‎Nizza‬. Uno ha detto che “siamo allo sfascio perché gli islamici non vanno fatti venire qui, dove noi invece gli diamo pure un lavoro”.
Ecco, un’affermazione del genere (e la sua diffusione) è proprio il risultato a cui mirano i terroristi. Minare le fondamenta della nostra società, ormai plurale, e diffondere odio razziale, culturale e religioso: solo così loro possono vincere, e noi non dobbiamo permetterglielo.

Davvero pensate che l’assassino infame di Nizza fosse un kamikaze cresciuto, addestrato ed inviato dall’ISIS? Non più di quanto Breivik fosse stato cresciuto, addestrato ed inviato dal Reich nazista.
È vero, le menti deboli, malate, di questi pazzi trovano ispirazioni diaboliche e pretesti per stragi di innocenti soprattutto nella religione. Ma non è colpa di una religione in generale o di un gruppo etnico.
In Francia vivono meno mussulmani che in Germania, eppure quelle che alcuni definiscono impropriamente “stragi islamiche” colpiscono molto di più il paese francese (e la sua dependance belga), perché?

Ovviamente il terrorismo è un rischio globale, che globalmente va combattuto, ma senza dimenticare e senza confondere che molti episodi accaduti recentemente in Europa trovano spiegazione, più che nel fondamentalismo religioso su larga scala (utilizzato invece come pretesto), piuttosto in quei casi quando fragilità psichiche si innestano su un forte disagio sociale, in banlieux degradate, non presidiate dallo Stato ed ormai sempre più abbandonate a loro stesse.
E la reazione non può essere solo di pancia, caro radioascoltatore concittadino, ma soprattutto di testa.
Ogni volta, cerco di fare tesoro di quella che è stata la risposta della nazione norvegese alla follia di Breivik qualche anno fa. Sforziamoci tutti, sennò vincono loro.

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