Dal sito di Beppe Grillo: “I parlamentari (del M5S) avranno comunque diritto (oltre a 5.000 euro lordi al mese) a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo. Per quanto riguarda il personale di supporto all’attività parlamentare, infine, non si potrà superare un rimborso economico di 5 mila euro lordi al mese.” Beh, a conti fatti un parlamentare a 5 Stelle non prenderà molto di meno di un parlamentare standard di un altro partito (ma enormemente di più, ad esempio, di un consigliere regionale!) ma onestamente m’interessa poco.
Quel che m’interessa è vedere come Grillo, da un paio di giorni, sia MOOOLTO più accomodante e meno rigido rispetto al passato. La sua dichiarazione di ieri “Io sono un capo-politico, aiutateci e non criticateci”, o la dichiarazione di oggi di Cancellieri “Crocetta ci seduca con le proposte” denotano un netto cambio di strategia politica. Si stanno rendendo conto che con l’aumentare dei voti, aumentano le responsabilità e che un discorso meramente populistico rischia alla lunga di stancare e, anzi, di creare un effetto controproducente. Una correzione di rotta inevitabile e prevedibile che diventerebbe per i partiti una sfida ancor più impegnativa. Il centrosinistra ha gli strumenti per rispondere colpo su colpo, li deve solo tirare fuori dal cassetto: le primarie aperte per la scelta dei parlamentari valgono 10.000 proclami anti-casta. Un’alleanza chiara e definita prima del voto vale 100.000 “auto-riduzioni” (discutibili) dello stipendio da parlamentare. Rinnovare per davvero le facce in Parlamento e al Governo vale più di qualsiasi strumentalizzazione populistica. Non basta adagiarsi sulla convinzione di avere un programma politico migliore (anche perchè il M5S o il PDL un programma ce l’hanno???), bisogna lottare elettore su elettore per riconquistare la fiducia degli elettori e i segnali vanno dati subito e in modo chiaro.
Archivio mensile:Ottobre 2012
Cos’è successo in Sicilia? Cosa succederà in Italia?
Bene: il Movimento 5 Stelle è il primo partito in Sicilia. Chi lo sa? Potrebbe accadere la stessa cosa alle Politiche 2013? Non credo, ma anche che fosse, essere il primo partito significa aver ricevuto dai cittadini delle responsabilità e non è mai un bell’inizio dire SENZA MAGGIORANZA ASSOLUTA (che non c’è stata in Sicilia (18%) e non ci sarà alle politiche ovviamente), “noi non faremo alleanze con nessuno!”. Quando si è il primo partito non si governa un paese da soli, si coordina una coalizione di maggioranza e si governa insieme con oneri ed onori. (E dopo sì che il populismo troverà pane per i suoi denti…Parma docet).
Detto questo ovviamente i risultati siciliani devono far aprire gli occhi a molti, non per le percentuali, ma per i voti assoluti: perchè c’è chi ha mobilitato al 100% il proprio elettorato (e con un affluenza del 47%, in pratica ha quasi raddoppiato la propria percentuale) e chi no!
La dichiarazione più inutile della giornata comunque è stata quella di Pierferdinando Casini, quando pretende una coalizione di destra, centro e sinistra contro il populismo! Che non sarebbe altro che il modo migliore per fomentare quel populismo che invece va contenuto con una politica rinnovata che sappia farsi capire dai cittadini.
Saltano i nervi?
Sarò onesto: pur non sostenendolo, la campagna di Renzi fino a dieci giorni mi piaceva. Mi piacevano i suoi toni e come si rapportava nel confronto, anche duro, con chi lo criticava a spron battuto e senza molto senso (aggiungerei). Ora però non capisco più la sua strategia, o meglio inizio a farmi un’idea diversa. Non parlo di idee, quelle rimangono scritte nel suo programma che vale comunque la pena di leggere. Parlo del senso logico (e cronologico) di alcune sue battute. Solo uno ingenuo potrebbe pensare che in queste primarie basterà basarsi unicamente sui programmi: per il ruolo di candidato presidente del Consiglio va valutata anche la persona che porterà avanti quel programma, c’è poco da fare.