Save Renzi!

Ci risiamo! Il PD prende una sonora batosta elettorale e Renzi (ormai mistificatore anche di sè stesso), dà la colpa alla “sinistra” (aspè…dove l’ho già sentita questa?)  mentre ovviamente si auto-assolve.
Poi vedi che la sinistra in Spagna alle amministrative ha appena ottenuto un risultato stratosferico e che Renzi ha imposto al Parlamento una legge elettorale demenziale come l’Italicum, che probabilmente consegnerà il paese a Grillo o a Salvini.

E invece che fare autocritica, il segretario/premier dice “Basta primarie” per paura di essere messo in discussione, dopo averle pretese in ogni sede per arrivare alla segreteria del PD (e, in modo un po’ improprio, anche alla Presidenza del Consiglio). Si vuole fare del PD un partito modello USA, poi ci si blinda e si pontifica con fare tipicamente italico, cercando di dare la colpa a tutto e a tutti (Casson, Paita, Marino, la sinistra, le primarie, i gufi, i sindacati, gli insegnanti, ecc…) senza mai mettersi in discussione.

Qualcosa s’è rotto e va aggiustato al più presto. Il potere per il potere non è mai servito a nessuno, se non a chi aveva l’illusione di esercitarlo. E intanto l’Italicum incombe… Mamma mia…

Regionali 2015: è finita la luna di miele?

Non credo che queste elezioni regionali sanciranno la “fine” del renzismo, ma di certo ne certificano il suo fallimento.
Un dato su tutti: Il PD vince SOLO laddove la destra s’è presentata divisa, a parte l’Umbria “rossa” dove c’è mancato un pelo! Le uniche due regioni in cui il PD ha perso poi (anzi “stra-perso” visto che si toccano le percentuali peggiori di sempre per il centrosinistra sia in Veneto che in Liguria!), sono le uniche due in cui le candidate governatrici erano fortemente caratterizzate come “renziane” e dove Renzi stesso ha speso in prima persona molte energie in campagna elettorale. Batoste durissime con percentuali del 20% sotto le Europee e di almeno il 10% sotto le già conservative aspettative pre-elettorali, un elettorato che non viene ri-attivato, percentuali ampiamente sotto il PD “vecchia ditta” e un’affluenza abbastanza deprimente.

L’arroganza del premier, unita alla miopia dei suoi sostenitori “pasdaran”, hanno portato la nave democratica su una rotta che evidentemente non è più riconosciuta dalla maggior parte del suo elettorato, rivitalizzato il M5S in tutte le regioni (dato molto significativo per le Regionali!) e portato il centrodestra, decotto ed esploso, a contendere alcune “regioni rosse”.
La spinta al cambiamento dei primi mesi del governo Renzi è evidentemente svanita con gli ultimi provvedimenti e vicende. Ora non resta che correggere la rotta, Renzi se ne dovrà rendere conto e se deciderà finalmente di integrare la sua capacità comunicativa con approcci diversi e politiche più consone al partito che dice di rappresentare e al programma con cui ha vinto le primarie, allora potremo farcela.

Se così non sarà, prepariamoci a mesi turbolenti nella politica italiana e a novità repentine, perchè il premier-segretario sa benissimo che, non solo il consenso è fluido, ma lo sono anche le dinamiche interne del PD nei territori. E non basterà più farsi una partita alla Playstation con Orfini per risolvere tutto.
E il tutto mentre abbiamo appena approvato una legge elettorale indecente che ora rischia davvero di consegnare il paese in mano a Grillo o a Salvini.
E davvero noi vogliamo dare la colpa di tutto questo a Pastorino? Urgono riflessioni intellettualmente oneste, non fantasticazioni…

playstation

Scegliete voi. (NB: post con punta d’ironia)

renzi alonso

renzi alonso

Fernando Alonso che si dice convinto che la Ferrari 2015 di Vettel/Raikkonen (1 vittoria e 5 podi in 5 gran premi) vada piano esattamente come la sua Ferrari 2014 (2 podi in 19 gran premi!), mi ricorda Renzi quando accusa i Labour inglesi di aver perso perché troppo di sinistra, mentre in Scozia un partito, ben più radicale e di sinistra, ha strappato loro 56 seggi su 57 e molti analisti politici British imputano la debacle proprio alla perdita d’identità post-blairiana.
O difettano entrambi di onestà intellettuale, oppure di capacità di lettura della realtà. Scegliete voi. 😉

Job’s act: dov’è finita l’onestà intellettuale?

Sul “Job’s act” non scrissi molto quando venne approvato. Volevo dare il beneficio del dubbio a Renzi e al governo, visto che molto si giocava sui decreti attuativi e che il gruppo parlamentare del PD aveva dato (all’unanimità!) determinate garanzie.
Ora questo di questo dubbio il governo non può beneficiare: la norma sui licenziamenti collettivi, nonostanza il parere contrario sia della maggioranza renziana che della minoranza non-renziana del PD è un altro schiaffo di una lunga serie.
Non mi si tiri fuori l’argomento della strategia politica e del compromesso con gli alleati di destra. Qua sono in ballo la giustizia sociale e il destino delle persone che lavorano. E su queste cose vorrei che non si “giocasse a far la politica”, ma che si dessero risposte ai troppi problemi che ha il nostro paese, senza conservatorismi dell’una o dell’altra parte, ma senza tralasciare mai una buona dose di onesta intellettuale.

A cosa serve cancellare il TFR?

L’operazione ‪‎TFR‬ che sta mettendo in campo il governo è la classica mossa all’italiana: ti do altri 80€ di qua mentre te ne tolgo almeno altrettanti di là. E magari ti ci faccio pagare anche l’irpef sopra, mentre prima era tax-free.
Non serve alle imprese in difficoltà (che dovranno anzi sborsare più soldi subito) e non serve ai lavoratori (che in caso di necessità possono già adesso chiedere anticipatamente il TFR…). Anzi, vincola tutti quanti alla volontà del premier, convinto che solo facendo girare l’economia si esca dalla crisi, anche a scapito dei risparmi delle famiglie.
Io mi aspetto che ‪Renzi‬ cambi verso all’Italia e non che l’Italia cambi verso a Renzi…

La domanda delle domande

L’Europa ripete che all’Italia mancano 40 miliardi. Renzi però continua a dire che non si farà la manovra autunnale, che verranno confermati gli 80€ e che Berlusconi (dopo averci riscritto, in fretta e furia, la Costituzione insieme) non influisce le politiche del governo; tutta la colpa invece è dei “frenatori, sciacalli, gufi”, ecc… (tra l’altro, che noia…).
Sono sempre più dubbioso e lo dico senza pregiudizio. Dubbioso che questa azione di governo che, dopo il siluramento a sangue freddo di Letta (pur mantenendo la stessa alleanza di governo, con lo stesso Parlamento, ma con un Alfano sempre più xenofobo), avrebbe dovuto fare dell’Italia un paese che #cambiaverso, in realtà ci porti in un paio di mesi a dover scegliere tra il commissariamento della “Troika” o l’allargamento (più o meno occulto) della maggioranza di governo a Berlusconi e i suoi nominati.
Saremo presto all’angolo e, lo dico senza fare polemica, si vedono già le prime avvisaglie: il dietro-front sugli insegnanti e la quota 96 o altri provvedimenti che il governo aveva giurato per certi, ma poi spariti nel nulla. E non perchè Renzi sia incapace, ma perchè la situazione è realmente delicata.
Proprio per questo allora non ne usciremo continuando a fare i sarcastici con chi ricorda che non è facendo eleggere i senatori ai consiglieri regionali che rimettiamo in sesto il paese. Tra un po’ la spinta comunicativa di Twitter, dei selfie e delle slides in powerpoint saranno presto inefficaci.
La comunicazione aiuta moltissimo (soprattutto sul breve periodo) ma per consolidare l’azione di un governo vanno fatte le riforme, quelle vere. E possibilmente, vanno fatte nascere all’interno del Partito Democratico e non con accordi segreti con chi, dopo averci messo in questa situazione, si prende persino il lusso di stare all’opposizione.
Renzi, sei ancora in tempo per non diventare come gli “altri”?!

Il problema è un giubbotto di pelle?

Attaccare Renzi perchè porta il giubbotto di pelle è patetico. Difendersi dicendo che è un grave errore attaccare il settore della pelletteria italiano, in compenso, non è di molto più ambizioso. Suggerirei a tutti di elevare il confronto per essere utili sul piano politico a questo sgangherato (in questa fase) partito.


Ha senso fare una battaglia durissima (e su molti punti condivisibile) per mandare a casa i vecchi dirigenti del PD che fanno incetta di incarichi e di poltrone, salvo poi, passati appena 6 mesi e mutata la situazione politica, sbandierare ai quattro venti che si può tranquillamente fare il Sindaco di una città come Firenze e in contemporanea gestire un partito complesso come il Partito Democratico a Roma!?!
Mi si conceda la definizione di “panzanate” a giravolte come questa, che non fanno altro che togliere credibilità a chi le proferisce e questo non lo voglio. Non lo voglio perchè la battaglia di Renzi, il Renzi della primarie, il Renzi della campagna elettorale, servono e serviranno (insieme a tanti altri contributi) a rilanciare il centrosinistra italiano. E non possiamo permetterci il lusso di vedere le nuove risorse del PD morire di strategia e rivitalizzare così quei vecchi volponi che magicamente da essere rottamati passano ad esserne i primi sponsor…

Perchè Bersani

Vorrei spiegare perchè ho votato e voterò Pier Luigi Bersani in dettaglio. Ritengo il programma di Matteo Renzi pieno di spunti utili che chiunque vincerà dovrà portare nella futura azione di governo. A sostegno della candidatura di Renzi trovo persone di cui ho stima e che spero che presto possano sostituire quella classe dirigente che ormai ha esaurito la spinta propulsiva. Parlando impropriamente potrei essere definito un “rottamatore” per Bersani (e ho già spiegato perchè solo Bersani può, e deve, aprire al vero rinnovamento).
Con la premessa che sosterrò e voterò alle politiche il PD e Matteo Renzi nell’ipotetico caso dovesse prevalere al ballottaggio, io domenica prossima PREFERISCO BERSANI!
Perchè, oltre ad avere un programma solido ed aver già dimostrato competenze al governo nazionale, mette un grande raggruppamento di persone, esperienze ed idee, il PD, al centro di tutto. Il programma della Leopolda, i sostenitori del Sindaco di Firenze, a Modena e in Italia, meritano rispetto. Mi preoccupano molto invece i toni e i modi con cui Matteo Renzi in persona cerca e chiede il consenso. Non è solo per la demagogia (es. abolizione finanziamento pubblico ai partiti), non è solo questione di termini (“NOI” piuttosto che “IO” o “LORO”). E’ che non si può cavalcare il risentimento verso la politica, cercando di spaccare tutto e anche a costo anche di screditare il PD e i partiti in genere come strumento di democrazia.
Tutto va riformato (è vero, e me ne voglio assumere anch’io la responsabilità) ma per riformare qualcosa bisogna evitare di distruggerla prima, no? Matteo Renzi non mi da garanzie di fedeltà ad un progetto a lungo termine e che metta prima le idee e le necessità del paese piuttosto che il suo bel facciotto. In politica bisogna saper parlare anche alla pancia del paese, fa parte del gioco, ma sempre promettendo ciò che si può mantenere e farlo con parole che non alimentino (volutamente) tensioni.
Viviamo nella società dell’apparenza (ahimè) e forse anche a sinistra dovremo imparare a comunicare, ma l’Italia non ha più bisogno di uno che dica quello che ci vogliamo (egoisticamente) sentire dire, ma di una persona che ci dica le cose come stanno e che cerca di proiettarci nel futuro con politiche nuove sì, ma con radici profonde. E questa persona è Pier Luigi Bersani!
W il centrosinistra e W le primarie!

Saltano i nervi?

Sarò onesto: pur non sostenendolo, la campagna di Renzi fino a dieci giorni mi piaceva. Mi piacevano i suoi toni e come si rapportava nel confronto, anche duro, con chi lo criticava a spron battuto e senza molto senso (aggiungerei). Ora però non capisco più la sua strategia, o meglio inizio a farmi un’idea diversa. Non parlo di idee, quelle rimangono scritte nel suo programma che vale comunque la pena di leggere. Parlo del senso logico (e cronologico) di alcune sue battute. Solo uno ingenuo potrebbe pensare che in queste primarie basterà basarsi unicamente sui programmi: per il ruolo di candidato presidente del Consiglio va valutata anche la persona che porterà avanti quel programma, c’è poco da fare.

Però da quando i sondaggi danno in caduta il suo consenso, Renzi ha iniziato ad adottare una strategia ancora più spregiudicata del “colpo al cerchio e colpo alla botte” che personalmente posso anche comprendere, ma mai m’è piaciuta.
Dire “bisognerà seguire l’agenda Monti anche in futuro” e dopo 4 giorni dire “Monti è senza un’anima” mi lascia perplesso. E’ legittimo, ma mi ricorda l’atteggiamento di chi vuole “sparare” più messaggi (non importa se discordanti tra loro) per poter così sensibilizzare elettorati molto diversi tra loro (montiani ed anti-montiani), senza però evidentemente dare un filo politico a tutto il ragionamento. Sono mesi difficili e mai come ora per rendere un servizio al paese bisogna parlare chiaramente agli Italiani, senza “contraddizioni tattiche” o boutade elettorali. E se potessi dare un consiglio al Sindaco di Firenze, gli direi che probabilmente parte della perdita di consenso potrebbe derivare anche dalla ritrovata ricerca di verità e pragmatismo che molti elettori di centrosinistra stanno maturando e caro Matteo forza ed animo che c’è ancora un mese di tempo per fare decollare in modo costruttivo queste primarie!