A me che il buon Di Maio eventualmente non sappia in che regione si trovi Matera interessa fino ad un certo punto (ah dalla via: tenerissima la difesa d’ufficio di Emiliano, che proprio con la sua risposta aveva dato motivo di dubitare delle scarse conoscenze geografiche di Luigino, ma davvero: chissenefrega!).
Quello che è indecente e per cui si deve gridare allo scandalo è che il vice-premier, nonchè capo-politico del primo partito d’Italia ormai saldamente al governo di questo paese, continui ad urlare al complotto dei poteri forti e dei giornalisti corrotti che darebbero risalto alla presunta gaffe, solo per metterlo in cattiva luce.
BASTA CON LE CAZZATE! Di Maio pensi a governare (cosa che non sta facendo) e vedrà che forse s’inizierà a parlare delle azioni del “governo del cambiamento” e non delle sue possibili gaffe.
BASTA COL VITTIMISMO! Soprattutto da parte di chi , come lui, Di Battista, Salvini, ecc… per anni hanno strumentalizzato e diffuso qualsiasi news (vera o falsa che fosse!) per guadagnare consenso politico (chi la fa l’aspetti…).
Non ci vogliano far credere lorsignori (lui e quell’altro che fa il martire aprendo le buste a lui dirette dalla Procura in diretta Facebook) di essere sempre nei pensieri dei “poteri forti” (ammesso che esistano), semplicemente nell'”epoca del web” (di cui sono il principale risultato…), ogni buffonata diventa virale, senza che dietro ci siano necessariamente complotti vari.
Non erano di certo i poteri forti a cercare di screditare i governi precedenti quando i Cinque Stelle e la Lega facevano la malora on-line e non lo sono nemmeno adesso.
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Job’s act: dov’è finita l’onestà intellettuale?
Sul “Job’s act” non scrissi molto quando venne approvato. Volevo dare il beneficio del dubbio a Renzi e al governo, visto che molto si giocava sui decreti attuativi e che il gruppo parlamentare del PD aveva dato (all’unanimità!) determinate garanzie.
Ora questo di questo dubbio il governo non può beneficiare: la norma sui licenziamenti collettivi, nonostanza il parere contrario sia della maggioranza renziana che della minoranza non-renziana del PD è un altro schiaffo di una lunga serie.
Non mi si tiri fuori l’argomento della strategia politica e del compromesso con gli alleati di destra. Qua sono in ballo la giustizia sociale e il destino delle persone che lavorano. E su queste cose vorrei che non si “giocasse a far la politica”, ma che si dessero risposte ai troppi problemi che ha il nostro paese, senza conservatorismi dell’una o dell’altra parte, ma senza tralasciare mai una buona dose di onesta intellettuale.
E la Città-distretto ora può davvero partire.
Dopo 5 anni, Sassuolo (città capofila del Distretto) ha un Sindaco del PD a capo di una coalizione di centrosinistra solida, che saprà fare bene alla sua città, insieme agli altri 4 comuni dell’Unione del Distretto Ceramico (Maranello, Formigine, Fiorano e Prignano).
Si parte, finalmente!
E’ fatta, grazie!
Lo so, dovrei fare dei ringraziamenti. Ma la lista troppo è lunga perchè, aldilà delle frasi di rito, non mi aspettavo un risultato del genere, mi ci vorrà del tempo e preferisco farlo di persona. La cosa mi ha fatto perdere molte scommesse con amici e sostenitori che ora dovrò, ahimè, puntualmente pagare.
Ho cercato di vivere questa campagna elettorale, col sorriso sulle labbra ma anche con determinazione. Durante lo spoglio ero particolarmente sereno e al contempo emozionato per il risultato di Max Morini che via via andava a consolidarsi.
Poi, tornato a casa dopo i festeggiamenti, ho fatto caso per la prima volta a quei 124 maranellesi hanno avuto la gentilezza (o la follia?) di scrivere il mio nome sulla scheda azzurra, e (superato il breve momento di sbigottimento e panico) mi sono reso conto che il bello inizia solo adesso. Spero di essere all’altezza del compito in Consiglio Comunale. Spero che non manchi il sostegno e le critiche costruttive di tutti coloro che ci hanno dato fiducia.
Ora dal “che il futuro sia un dovere” si passa al “il futuro sarà un dovere”. E noi siamo pronti!
Come fare per votarmi a Maranello…
La politica nella piazza VS la politica nella strada
Caro maranellese,
se anche tu, quando cerchi di fare la spesa alla COOP il sabato e la domenica mattina, rischi di investire un “grillino” che blocca il traffico stazionando a piedi in mezzo alla carreggiata con un volantino del Movimento 5 Stelle in mano, o freni all’improvviso per evitare il fattaccio con grosse probabilità di essere tamponato, ti dico questo.
Sì, è anche una violazione del Codice della Strada, ma oltre alla mancanza di sicurezza (dei militanti 5 Stelle in primis!), ho anche un’altra perplessità. Non sarebbe più pratico infatti, oltre che meno pericoloso, fare campagna elettorale in piazza incontrando le persone e spiegando con calma il proprio programma e le proprie ragioni? Capisco adottare tecniche di comunicazione politica puramente di immagine, come le biciclette e il risciò che girano ma con tripudio annesso di bandiere e simboli di Grillo, capisco (meno) il volantinaggio pericoloso in mezzo alla strada pubblica. L’obiettivo principale è mostrare in giro per #Maranello il simbolo del partito di Grillo (sia chiama marketing e vabbè).
Ma personalmente non capisco il dover smollare in fretta e furia al cittadino il volantino elettorale (perché chi è incolonnato dietro ha fretta di far la spesa) senza poter però rispondere a qualche domanda.
Penso che sarebbe più utile per i cittadini di Maranello, poter conoscere il programma di una forza politica in corsa alle Elezioni del 25 maggio, senza mettere a repentaglio la sicurezza di circola sulle strade e con la possibilità concreta di fermarsi per conoscere meglio le proposte e chi intende portarle avanti in Consiglio Comunale.
Il Partito Democratico e i suoi candidati vi aspettano, in sicurezza, nelle piazze (lunedì a Pozza, mercoledì a Maranello, venerdì a Gorzano), per rispondere alle vostre domande.
La campagna elettorale entra nel vivo.
La squadra del PD di Maranello alle elezioni del 25 maggio.

Ringrazio in anticipo tutti i maranellesi che faranno pervenire suggerimenti, spunti, idee, da oggi fino al 25 maggio e oltre! (articolo da Prima Pagina – 24/04/2014)
Famiglia o Comunità?
L’impegno in politica ognuno lo vive a modo suo. In questi anni però non sono mai riuscito ad immedesimarsi in quelli che vivono il partito alla stregua di una FAMIGLIA e (inconsciamente?!) arrivano a ricrearne le stesse dinamiche.
Io preferisco di gran lunga l’idea di partito-COMUNITA’; un’associazione, non di certo precaria, di persone che possono anche essere diverse tra loro in alcuni aspetti, ma che hanno gli stessi obiettivi di fondo e rimangono sempre leali tra loro.
In una famiglia si tende ad educare i nuovi arrivati secondo i propri valori (cosa rispettabilissima e naturale nelle famiglie, sia ben chiaro…) e chi c’era prima prende sotto la propria ala chi viene dopo.
In una comunità invece ci si confronta in modo franco e si cresce così insieme, prendendo da ognuno ciò in cui oggettivamente eccelle e dandogli ciò in cui deficita.
Eccederò in materialismo ma, visti quelli che dovrebbero essere gli obiettivi di chi s’impegna socialmente, trovo quest’ultimo approccio molto più produttivo sul piano politico. Probabilmente meno intenso (solo a prima vista) sul piano della “fratellanza”, ma che, garantisco, non esclude comunque la nascita di salde amicizie.
Chi fa politica oggi, si ritrova purtroppo bersagliato dagli sberleffi di molti, quando invece dovrebbe essere uno dei regali più belli che un cittadino può fare alla collettività. E la suddivisione in “famiglie” porta ad un debito di lealtà, oggettività, spontaneità e meritocrazia. Tutti elementi indispensabili invece per recuperare la funzionalità del sistema.
Rifacciamoci all’idea di COMUNITA’ e finalmente tutto sembrerà avere più senso.
Civati: la vera sorpresa.
Per una volta Repubblica ci vede giusto: Cuperlo il nobile sconfitto, Renzi il turbopiacione, Civati la vera sorpresa. E’ evidente a tutti che, ieri sera, Cuperlo è stato completamente obnubilato sia dalla piacioneria di Renzi che dalla solidità della coerenza di Civati. Per Cuperlo, il risultato dell’8 dicembre (quando le sue percentuali più che dimezzeranno rispetto a quelle ottenute nei circoli!) sarà uno smacco pesantissimo e nulla sarà più come prima dentro il PD.
E allora mi viene in mente una conversazione con un giovane iscritto PD (molto preparato) solo un paio di settimane fa, che di fronte alle motivazioni del mio sostegno a Pippo Civati mi rinfacciava con decisione che votare Civati era una scommessa troppo azzardata, un vero salto nel buio e che, visto che bisogna assolutamente evitare un Matteo Renzi segretario, non ci dovevamo perdere in cazzate e sostenere l’unico che lo può battere.
Ora due cose: Matteo Renzi non mi piace, ma non è il male assoluto. O almeno non più di Cuperlo e soprattutto di chi ha devastato il PD in questi mesi (una parte sta anche col Sindaco, lo so, ma il punto è un altro).
Poi: sarò rude. Davvero mi si raggela il sangue quando è proprio dai più giovani (tra l’altro già impegnati in politica!) che viene una completa incapacità di lettura della realtà. Tra me e me cerco di capirne le cause, ancora non ho una risposta definitiva. Anche se penso che la cooptazione e la “militarizzazione delle ideologie”, adottate a scapito di un confronto aperto e franco, siano di certo complici di queste mancanze e stiano facendo dei danni immensi. Non di certo a Civati, ma alla nostra ditta.