
Ringrazio in anticipo tutti i maranellesi che faranno pervenire suggerimenti, spunti, idee, da oggi fino al 25 maggio e oltre! (articolo da Prima Pagina – 24/04/2014)
Dico seriamente. E’ stato catturato in Libano in quanto latitante, bene. Ora che sconti tutta la sua pena nel paese nel quale aveva deciso spontaneamente di fuggire. Delle carceri e degli ospedali giudiziari (sapete, si deve curare…) libanesi me ne hanno parlato bene. Quindi, Ministri Alfano ed Orlando, lasciamolo lì e giustamente compensiamo lo stato libanese delle spese che sosterrà per il suo mantenimento agli arresti, quantificabili in circa 1,25€ al giorno. Ci rivediamo tra 7 anni, Marcello. Ciao.
L’impegno in politica ognuno lo vive a modo suo. In questi anni però non sono mai riuscito ad immedesimarsi in quelli che vivono il partito alla stregua di una FAMIGLIA e (inconsciamente?!) arrivano a ricrearne le stesse dinamiche.
Io preferisco di gran lunga l’idea di partito-COMUNITA’; un’associazione, non di certo precaria, di persone che possono anche essere diverse tra loro in alcuni aspetti, ma che hanno gli stessi obiettivi di fondo e rimangono sempre leali tra loro.
In una famiglia si tende ad educare i nuovi arrivati secondo i propri valori (cosa rispettabilissima e naturale nelle famiglie, sia ben chiaro…) e chi c’era prima prende sotto la propria ala chi viene dopo.
In una comunità invece ci si confronta in modo franco e si cresce così insieme, prendendo da ognuno ciò in cui oggettivamente eccelle e dandogli ciò in cui deficita.
Eccederò in materialismo ma, visti quelli che dovrebbero essere gli obiettivi di chi s’impegna socialmente, trovo quest’ultimo approccio molto più produttivo sul piano politico. Probabilmente meno intenso (solo a prima vista) sul piano della “fratellanza”, ma che, garantisco, non esclude comunque la nascita di salde amicizie.
Chi fa politica oggi, si ritrova purtroppo bersagliato dagli sberleffi di molti, quando invece dovrebbe essere uno dei regali più belli che un cittadino può fare alla collettività. E la suddivisione in “famiglie” porta ad un debito di lealtà, oggettività, spontaneità e meritocrazia. Tutti elementi indispensabili invece per recuperare la funzionalità del sistema.
Rifacciamoci all’idea di COMUNITA’ e finalmente tutto sembrerà avere più senso.
Per una volta Repubblica ci vede giusto: Cuperlo il nobile sconfitto, Renzi il turbopiacione, Civati la vera sorpresa. E’ evidente a tutti che, ieri sera, Cuperlo è stato completamente obnubilato sia dalla piacioneria di Renzi che dalla solidità della coerenza di Civati. Per Cuperlo, il risultato dell’8 dicembre (quando le sue percentuali più che dimezzeranno rispetto a quelle ottenute nei circoli!) sarà uno smacco pesantissimo e nulla sarà più come prima dentro il PD.
E allora mi viene in mente una conversazione con un giovane iscritto PD (molto preparato) solo un paio di settimane fa, che di fronte alle motivazioni del mio sostegno a Pippo Civati mi rinfacciava con decisione che votare Civati era una scommessa troppo azzardata, un vero salto nel buio e che, visto che bisogna assolutamente evitare un Matteo Renzi segretario, non ci dovevamo perdere in cazzate e sostenere l’unico che lo può battere.
Ora due cose: Matteo Renzi non mi piace, ma non è il male assoluto. O almeno non più di Cuperlo e soprattutto di chi ha devastato il PD in questi mesi (una parte sta anche col Sindaco, lo so, ma il punto è un altro).
Poi: sarò rude. Davvero mi si raggela il sangue quando è proprio dai più giovani (tra l’altro già impegnati in politica!) che viene una completa incapacità di lettura della realtà. Tra me e me cerco di capirne le cause, ancora non ho una risposta definitiva. Anche se penso che la cooptazione e la “militarizzazione delle ideologie”, adottate a scapito di un confronto aperto e franco, siano di certo complici di queste mancanze e stiano facendo dei danni immensi. Non di certo a Civati, ma alla nostra ditta.
Ora è risaputo che io sia un ignorante. Pertanto vi chiedo una cosa. Ed è una cosa su Matteo #Renzi, dopo che ha fatto parlare dal palco della Leopolda ’13, un Fassino pieno di energia, a sua volta applaudito in prima fila da un Franceschini, che (dopo aver capeggiato i 101 insieme a D’Alema, e diciamolo CAZZO!) si è riscoperto più rottamatore che mai.
Beh, ho sentito l’intervento conclusivo in cui affonda definitivamente il governo Letta, urlando “mai più larghe intese” (e ci sta, fanno schifo…). Intervento in cui critica da cima a fondo la legge di stabilità del Governo (e ci sta, fa schifo…). Poi ho riflettuto e ora se me lo trovassi di fronte per strada, gli direi: “caro Sindaco di Firenze, che vuoi fare anche il segretario del PD e che ti vanti di avere oltre 200 parlamentari del PD che ti sostengono, la smetti cortesemente di prendermi per il culo anche te? Se è vero che non ti va bene niente di quello che c’è e se è vero che hai 200 parlamentari dalla tua, allora smettila di blaterare ed inizia ad agire. Puoi fare cadere il governo già stasera! Capisco, vuoi essere meno duro? Non c’è problema! Hai 200 parlamentari con te, fa’ partire una raffica di emendamenti migliorativi della finanziaria con le tue legittime proposte, lo puoi fare e faresti del bene al paese. Delle due l’una, o non è vero che hai 200 parlamentari compatti, oppure non è vero che sei contro questa fase politica. In ogni caso mi stai pigliando per il culo. Buonasera.”
Chiariamoci: a me delle sorti giudiziarie di Berlusconi non me ne frega niente. Rispetto le sentenze e mi aspetto che vengano applicate.
A me interessa quello che si dovrà ora fare per l’Italia, visto che finora al governo con lui e con il PDL non s’è fatto niente!
Sarò ingenuo, ma io la situazione la analizzo in modo completamente diversa rispetto a molti. Secondo me, ora Berlusconi si attaccherà con i denti al governo Letta-Alfano. Il suo è tutto, come al solito, un bluff. Se si dovesse tornare a votare in tempi stretti, lui non sarebbe ricandidabile, sarebbe sicuramente fuori dal Parlamento e verosimilmente agli arresti domiciliari quindi assente alla campagna elettorale; equivarrebbe alla scomparsa del suo partito, perchè non credo che sua figlia Marina o altri siano dotati della stessa capacità di abbindolare gli italiani.
Giocoforza punterà a far durare quanto più possibile questo governo, fino al termine dell’interdizione dei pubblici uffici e all’estinzione della pena. Ora la palla passa al PD e sarà per il centrosinistra la partita della vita. Il PDL, Forza Italia o come si chiamerà, alzerà i toni senza arrivare però alla rottura definitiva e a questo punto sarà il PD a dover dimostrare di poter governare senza i diktat del suo scomodissimo alleato di governo, o di approvare ANCHE a maggioranza variabile una nuova legge elettorale e rimettere tutto in mano agli elettori, con “buonissima” pace di Napolitano. Anche a in autunno, novembre, dicembre o gennaio che sia.
L’avversario (ormai impresentabile) va sconfitto politicamente e solo con una politica diversa potremo far vedere di essere diversi. Pensiamo subito ad un exit-strategy perchè non ci dobbiamo far trascinare in fondo al pozzo da un PDL impazzito e in lutto per le beghe giudiziarie del suo padrone.
Beppe Grillo che si indigna, definendo schifosi, coloro che hanno preso in giro il deputato grillino Michele Dall’Osso è patetico e populista ! Lui che per anni ha preso in giro Bossi per i gravi handicap lasciati dalla sua malattia, lui che definisce “busone” chi è omosessuale, lui che non ha mai alzato un dito quando diversi esponenti politici insultavano un Ministro, solo perchè nera, e la equiparavano ad una scimmia e ne auguravano lo stupro!
Caro Beppe, sei vecchio, hai 65 anni, uno alla tua età dovrebbe smetterla di comportarsi da bambino e iniziare a capire che l’indignazione non può essere MAI a senso unico! Io che mi indigno per le offese che vengono rivolte al Ministro Kyenge, io che non ho mai condiviso l’attacco personale a chi ha subito una grave malattia, io sì che posso indignarmi, e lo faccio, per coloro che sfottevano il deputato Dall’Osso.
Tu: puoi solo stare zitto!
Il voto del gruppo del Partito Democratico al Senato, di rinnovata fiducia, al Ministro Alfano mi umilia come elettore e come democratico. Non riesco a darmi una spiegazione di un atto politicamente così demenziale. Assurdo che venga invocata la volontà di far andare avanti il governo Letta: le dimissioni di un ministro non fanno cadere un governo, come è risultato evidente per le dimissioni di Josefa Idem (tra l’altro per responsabilità oggettivamente infinitesimali rispetto a quelle di Alfano). A meno che non diamo per assodato che il PD sia completamente succube di Berlusconi, e penso che i dirigenti PD intendessero dire proprio questo!
Sì: è una mera provocazione, e in quanto tale stupida. D’altronde è anche stupido equiparare un’istituzione costituzionale alle Feste di un partito. Ma m’è utile per arrivare al punto.
Ho riflettuto molto: posso dire che quello che è successo alla Camera, oggi 10 luglio, non può essere in alcun modo giustificato. La stragrande parte del gruppo parlamentare del PD (ad esclusione di Civati, Giacchetti, Mineo, Marzano e pochi altri) si è piegata ai deliri di onnipotenza eversivi di Silvio Berlusconi e della banda che ha portato a chiamata in Parlamento.
Dopo il calvario dei 101 traditori, questo gruppo parlamentare democratico ha perso moltissima della propria credibilità politica, è un dato di fatto che non si può nascondere per fare un’analisi razionale. Pertanto, in una situazione del genere, trovo insufficiente utilizzare “giustificazioni procedurali” al via libero alla richiesta del PDL di sospendere improvvisamente i lavori parlamentari a causa dell’imminente sentenza di Cassazione sul processo Mediaset. Ancorchè per un solo giorno, è il segnale di un ricatto permanente a cui questo governo Letta, nonostante gli sforzi, purtroppo non ha la forza di sottrarsi.
In un paese a rischio collasso, dove tutti i cittadini toccano con mano l’inefficienze dello Stato, si arriva all’evidente ossimoro di lamentarsi di una Magistratura troppo efficiente? Ma anche senza volersi far tirare dai vari “grillismi” di sorta, rimane il fatto che in Parlamento viene avvallata quella che è una richiesta POLITICA al 100% e che rischia di minare i principi costituzionali.
Mi dispiace, io NON ci sto. Quello di oggi, 10 luglio, NON può essere il mio Partito Democratico. Pur rispettando appieno le prerogative dei parlamentari PD che hanno votato a favore della sospensiva, non posso intimamente sentirmi partecipe di questa scelta. E a chi pensa che quando non si condivide la linea che viene portata avanti in Parlamento (da chi si ha contribuito ad eleggere) più che lamentarsi bisognerebbe trarne le dovute conseguenze, io rispondo serenamente: io mi sento, oggi più che mai, coerente con la campagna elettorale fatta da Pier Luigi Bersani e con i valori coagulanti quella coalizione che, vincendo, ha permesso ai quei 300 parlamentari democratici di sedere alla Camera dei Deputati.
Non chiedo le dimissioni di nessuno, chiedo un cambio di passo per evitare di farci trascinare tutti nel baratro da Berlusconi.
E lo chiedo ovviamente ai parlamentari modenesi per primi: Manuela Ghizzoni Davide Baruffi Stefano Vaccari Giuditta Pini Edoardo Patriarca Matteo Richetti
Grazie.
Epifani garantisce che non si ricandiderà al prossimo congresso PD per svolgere al meglio il ruolo di traghettatore: bene!
In compenso oggi ci viene fatto omaggio della fantastica dichiarazione di D’Alema: “Tutti i segretari che ho appoggiato hanno vinto, ma non tutti erano adatti al ruolo”. Più la leggo, più ne interpreto ogni dalemiano dettaglio. Ecco un’affermazione che proietta il Massimino nazionale ben oltre la dimensione (già conosciuta peraltro) dell’arroganza, e lo installa saldamente nella categoria dei vecchi colti da delirio indotto da demenza degenerativa primaria di tipo politico. Una brutta roba, “diciamo”, e il guaio è che molti invece, non capendo la diagnosi, la spacciano per intelligenza politica sopraffina.