CoeRenzi???

Ora è risaputo che io sia un ignorante. Pertanto vi chiedo una cosa. Ed è una cosa su Matteo #Renzi, dopo che ha fatto parlare dal palco della Leopolda ’13, un Fassino pieno di energia, a sua volta applaudito in prima fila da un Franceschini, che (dopo aver capeggiato i 101 insieme a D’Alema, e diciamolo CAZZO!) si è riscoperto più rottamatore che mai.
Beh, ho sentito l’intervento conclusivo in cui affonda definitivamente il governo Letta, urlando “mai più larghe intese” (e ci sta, fanno schifo…). Intervento in cui critica da cima a fondo la legge di stabilità del Governo (e ci sta, fa schifo…). Poi ho riflettuto e ora se me lo trovassi di fronte per strada, gli direi: “caro Sindaco di Firenze, che vuoi fare anche il segretario del PD e che ti vanti di avere oltre 200 parlamentari del PD che ti sostengono, la smetti cortesemente di prendermi per il culo anche te? Se è vero che non ti va bene niente di quello che c’è e se è vero che hai 200 parlamentari dalla tua, allora smettila di blaterare ed inizia ad agire. Puoi fare cadere il governo già stasera! Capisco, vuoi essere meno duro? Non c’è problema! Hai 200 parlamentari con te, fa’ partire una raffica di emendamenti migliorativi della finanziaria con le tue legittime proposte, lo puoi fare e faresti del bene al paese. Delle due l’una, o non è vero che hai 200 parlamentari compatti, oppure non è vero che sei contro questa fase politica. In ogni caso mi stai pigliando per il culo. Buonasera.”

Marini? No, grazie!!!

Gentili Parlamentari del PD, modenesi e non, fermiamoci e riflettiamo. Marini è persona degna, ma non adatta al ruolo di Capo dello Stato. Intimamente lo sapete bene anche voi. In aggiunta a questo il segnale dato al paese sarebbe deleterio. Di chiusura, mancato rinnovamento e peggio ancora: di inciucio! Non ho trovato un elettore del PD che non si sia ferocemente indignato di fronte a questa prospettiva. Qualsiasi cosa vi abbiano detto: “sì, è un passaggio difficile, ma poi il paese ne capirà il significato”, “saremo in grado con un po’ di pazienza di assorbire anche questo”, “nulla cura come il tempo, vedrete…”, “sappiamo che a molti sembra incomprensibile, ma poi il progetto sarà chiaro a tutti a lungo termine” – beh sappiate che sono tutte cazzate. La corda s’è spezzata e comunque vada il PD rischia di avviarsi verso il tramonto. Dipende solo da voi, nell’urna di Montecitorio, decidere se ricollegare in extremis le istituzioni al paese, facendo lo sforzo, immane ma necessario, di cambiare prospettiva per una volta. Non vi si chiede di votare un inetto, un incapace, una persona brava nella propria professione ma senza il profilo giusto per fare il Capo dello Stato. Vi si chiede di NON votare per chi non saprebbe garantire l’unità nazionale, per chi non avrebbe la statura dimostrata invece dai suoi predecessori. Vi si chiede di non consegnare il nostro paese definitivamente all’antipolitica. Questa è una cosa che va ben oltre il Partito Democratico e la coalizione di centrosinistra, va ben oltre i posizionamenti interni, i congressi, o le riconsegna (o meno) delle tessere, sono sicuro che ne siate pienamente consapevoli.
Buon lavoro.

Il Novecento è finito. Ripeto, il Novecento è finito!

So di essere controcorrente ma non riesco a capacitarmene. La soluzione prospettata dal Presidente della Repubblica rischia di diventare una pezza che risulterà peggio del buco. Quello che sembra un punto fermo, in realtà mina tutto il delicato sistema previsto dalla Costituzione e tutto questo per non dimettersi con sole due settimane d’anticipo, favorendo così lo sblocco del gorgo istituzionale? Io non ne vedo proprio l’utilità!
L’Italia non è l’Olanda, ripeto: L’ITALIA-NON-E’-L’OLANDA!!!
Della cosa me ne dispiaccio con tutto il cuore e davvero non capisco una mossa che, oltre a decretare la morte della politica per come la conosciamo, a mio modesto e incompetente avviso, travalica anche la Costituzione! Tutti teneva il bluff in mano, Grillo compreso, gli unici ad avere a cuore il paese era la coalizione di centrosinistra, che guarda caso è stata l’unica vittima di questa forzatura bizantina del Capo dello Stato (pazienza, ormai ci siamo abituati a che sia sempre e solo colpa del PD).
Riconosco in Napolitano un uomo di grandissima struttura e dotato di capacità politiche non comuni al giorno d’oggi (la formazione comunista d’una volta si vede, eccome) ma questa volta ha tentato una strada sbagliata.
Direte: tutti i partiti sono d’accordo, Grillo compreso. Rispondo che questo non è sufficiente per prospettare soluzioni condivise e che ci tirino fuori dalla melma.
Un anno e mezzo di governo Monti bersagliato dai veti incrociati non c’ha insegnato niente??? E se Grillo tra due giorni dovesse cambiare “strumentalmente” idea? E se Monti, premier posticcio e delegittimato, dovesse rimettere le tasche nelle mani degli Italiani per non saltare gambe all’aria di nuovo? Chi sono questi saggi? Da chi sono stati eletti? Tutto questo è benzina per i populismi. Populismi che forse vengono ANCORA considerati non troppo pericolosi perchè potenzialmente facili da disinnescare??? Seee, buonasera proprio.
E intanto di elezioni-non-fatte e decisioni-forti-non-prese è morto questo paese.
Napolitano è un grande uomo. Sì, un grande uomo del Novecento.

E se il bang lo facesse proprio Grillo?

La strategia di Beppe Grillo per guadagnare consenso? Eccola qua: non rispondere mai alle perplessità portate con pacatezza da chi ha legittimamente deciso di non votarlo, denigrare tutti coloro che non intendono votarlo come prezzolati dal sistema politico (questa è di una gravità inaudita…), offendere strategicamente e sistematicamente gli avversari politici, spalmando su tutti indistintamente responsabilità presenti e passate, soprannominarli con nomignoli derisori che puntualmente vengono ripresi a pappagallo e viralizzati da molti dei seguaci del Beppegrillo.it (conosciuto anche come Movimento 5 Stelle).
Ma tranquilli cari amici, tra 10 giorni tutto sarà finito e lo sarà in questi termini: Grillo prenderà voti, probabilmente tanti, ma dal giorno dopo sarà evidente, a Grillo in primis e poi all’Italia intera, che il comportamento del leader del M5S è semplicemente insostenibile. Secondo molti il populismo che ha messo in moto gli è già scappato di mano. Non so, io non sopporto invece che lui e i suoi sostenitori (che mai mettono in discussione il verbo del Messia e ne ripetono a memoria e in loop la solita lezioncina trita e ritrita, nomignoli ideati da Casaleggio inclusi) si autoincensino proprio come coloro che stanno evitando una deriva estremista nel nostro paese.
Il M5S porterà, a spanne, 100 nuovi parlamentari a Roma, che in tutta sincerità saranno davvero aria fresca per la nostra democrazia. Ma sarà proprio il rapporto che Grillo e Casaleggio terranno con i rappresentanti del Movimento in Parlamento il vero vulnus, lì vedremo se il fondatore e l’unico detentore del simbolo, del nome e di tutti gli annessi e connessi, sarà coerente con quanto assicura da sempre, ovvero che lui è solo un “megafono del popolo” e che il suo compito sarà in gran parte esaurito con l’approdo in Parlamento. I gruppi M5S saranno autonomi (come dovrebbero) o invece continuerà (come credo) a decidere lui per tutti (espulsioni, indirizzi politici via blog, voti in aula)?
Due mesi fa dissi che iniziava l’agonia del “Grillo politico” (quello comico invece ha avanti a sè ancora decenni di successi, per mia fortuna, visto che l’adoro come artista).
Credetemi, senza astio, ma lo penso ancor di più oggi. Non saranno le percentuali (in sicuro aumento rispetto a dicembre) a salvare la baracca a medio-lungo termine, anzi proprio l’aumento dei consensi sarà il catalizzatore dell’evoluzione del Movimento in qualcosa di oggettivamente insostenibile così com’è (a meno che Casaleggio non idei qualcosa di nuovo e alla svelta). In sintesi: ha calcato troppo sull’acceleratore il buon Beppe e alla prova dei fatti o delude i suoi elettori più oltranzisti, vittime del suo populismo esasperato, oppure darà una dimostrazione di inadeguatezza politica totale. In ogni caso saranno cavoli amari… per tutti!

E gli altri 3?

Passato il caos dei primi risultati Bersani-Renzi, faccio un’analisi sul risultato di Vendola, Puppato, Tabacci, con la speranza di essere oggettivo e con la volontà dichiarata di non cercare polemiche (altrimenti le avrei fatte anche prima del voto di domenica scorsa, no?).
Tutte queste tre candidature hanno fatto tutte bene a queste primarie (detto, ridetto, stradetto) e rinforzano la coalizione.
Ma vedendo le percentuali, confesso che mi aspettavo più voti per tutti e 3, mentre la competizione s’è molto polarizzata sin da subito (purtroppo!).
Vendola pur facendo il pieno al Sud, al Nord non ha preso voti in pratica. Tabacci (nonostante i Marxisti per Tabacci) e Puppato (nonostante un bel programma e una discreta campagna) sotto le aspettative (e di molto). Sinceramente e senza alcun polemica, non riesco a capire come si possa definire “un miracolo” un risultato al 2% (o appena 80.000 voti su oltre 3milioni).
Io voglio che Bersani faccia sue le proposte della Puppato. Ma mi vien da suggerire come certe candidature, soprattutto quando minoritarie (che sono le candidature più belle e coraggiose!), dovrebbero proprio per questo nascere da un contesto politico più solido e soprattutto con un percorso pregresso alle spalle di costruzione del programma, soprattutto in primarie per la premiership.
La differenza tra orgogliosa battaglia di minoranza e semplice candidatura di testimonianza è molto labile. Ora pensiamo al ballottaggio, ma poi spero che, già dal prossimo congresso del PD, si possa dare finalmente sbocco ad un percorso, ormai consolidato e maturo, di rinnovamento del PD e di conseguenza di tutta la politica italiana!

Aprirsi per non morire…

Spero almeno avremo l’onestà intellettuale, finite queste primarie, di riconoscere che le regole per l’accesso al voto sono semplicemente allucinanti. Allucinanti per chi è (o era) intenzionato a votare o ancor di più per i volontari che saranno impegnati la giornata (o le giornate) della consultazione. Registrarsi on-line equivale a NON registrarsi: ok. Ci sono elettori che stanno girando la provincia per andare in uno dei 7 uffici elettorali del PD, senza che sia stata diffusione delle aperture dei singoli circoli: ok. Altri si stanno recando agli uffici elettorali dei Comuni! (E vorrei vedere la faccia dei dipendenti comunali…): ok. Tutto questo in nome di non si sa ben cosa, visto che nelle precedenti primarie mai s’era ideato un sistema così farraginoso. All’obiezione che dovremo controllare meglio “chi entra in casa nostra” rispondo subito: non è riducendo l’accesso al voto che si riducono le eventuali infiltrazioni, E’ L’ESATTO CONTRARIO! Chi ha interessi che non siano quelli della condivisione politica del progetto di centrosinistra, non si faranno certo intimidire dalle regole astruse, chi viene pagato per inquinare il voto, ancora meno! Si ottiene come risultato il calo della partecipazione, che in un  periodo di diffidenza verso la politica come questo è davvero come tirarsi la zappa sui piedi. Calando la partecipazione degli elettori veri ma meno fidelizzati alla macchina dell’organizzazione e meno propensi a seguire tutti gli step regolamentari, si ottiene l’aumento dell’influenza percentuale di quei voti “falsi” che fisiologicamente ci saranno comunque con qualsiasi regolamento! Resta da sperare che questo regolamento rimanga un caso isolato e che il grande spirito di partecipazione del “popolo delle primarie” sia più forte di certe burocrazie anche in un momento delicato come questo.

Ma domani si vota negli States o in Europa?

Comunque è una bella palla: ogni 4 anni, puntualmente, dover disperatamente fare il tifo perchè le elezioni americane siano vinte da un futuro presidente ragionevole piuttosto che un repubblicano, super-conservatore, trasformista, guerrafondaio ed iper-sviluppista che renderebbe le cose più difficili, non solo agli americani, ma anche a noi europei. E dire che a noi italiani dovrebbero interessare di più chi vincerà, ad esempio, le elezioni in Germania l’anno prossimo, ma siccome in Germania le differenze tra uno schieramento e l’altro non sono così catastroficamente estreme, siamo al punto che le elezioni americane sono paradossalmente più sentite in Europa che negli USA. Tant’è che qua facciamo le dirette notturne per seguire l’andamento dello scrutinio, e là va a votare solo il 45% degli aventi diritto…vabbè.

Della fine dell’IDV e di fatti annessi.

Beppe Grillo vuole Di Pietro come Presidente della Repubblica. Sogno o son desto? Mai ho visto strategie ed inciuci più “POLITICI” di questi. Andando con ordine: domenica sera a Report beccano il buon Tonino con le mani nella marmellata e lo stesso non riesce a giustificare molti lati oscuri della gestione finanziaria del suo partito-associazione; partito che a detta di molti dirigenti e militanti IDV ormai era ostaggio del suo fondatore-padrone e del suo “cerchio magico”. E cosa fa il fondatore-padrone di un altro movimento “moralizzatore” e che vuole spazzare via tutti partiti a suo dire formati solo da ladri? Lo propone Presidente della Repubblica!
Poi dopo un paio di secondi di riflessione più “politica”, tutto appare più chiaro e l’intervista con cui Di Pietro oggi di fatto scioglie monocraticamente l’Italia dei Valori, lascia intendere che quelle di Di Pietro e Grillo non sono parole in libertà, ma una strategia preventivata insieme, alle spalle dei tanti militanti ed amministratori IDV che sul territorio si sono fatti e si stanno facendo il mazzo per portare avanti la baracca. E’ semplice: IDV non troverà più spazio in futuro (secondo colui che si ritiene il suo padrone) a causa dell’ascesa di Grillo. Grillo, volendosi assicurare l’elettorato IDV in modo veloce ed indolore, lancia Di Pietro come Capo dello Stato, ben sapendo che non lo diventerà mai e se lo cava definitivamente dalle balle. Di Pietro chiude con la politica e diventerà un immobiliarista di successo così come i suoi familiari più stretti (“smile” sarcastico). L’Italia e gli italiani subiranno l’assenza di un partito che, aldilà di alcuni atteggiamenti rustici ma mai populistici, ha comunque dato tanto al centrosinistra italiano, sapendo incanalare in modo politicamente costruttivo la delusione di molti elettori: una vera e propria spina nel fianco di Berlusconi, Bossi ed altri “malaffaristi” vari che hanno spolpato questo paese. Molti subiranno le sirene del “populismo” (quello vero) e tutti saremo più poveri.

La svolta di Grillo e C.

Dal sito di Beppe Grillo: “I parlamentari (del M5S) avranno comunque diritto (oltre a 5.000 euro lordi al mese) a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo. Per quanto riguarda il personale di supporto all’attività parlamentare, infine, non si potrà superare un rimborso economico di 5 mila euro lordi al mese.” Beh, a conti fatti un parlamentare a 5 Stelle non prenderà molto di meno di un parlamentare standard di un altro partito (ma enormemente di più, ad esempio, di un consigliere regionale!) ma onestamente m’interessa poco.
Quel che m’interessa è vedere come Grillo, da un paio di giorni, sia MOOOLTO più accomodante e meno rigido rispetto al passato. La sua dichiarazione di ieri “Io sono un capo-politico, aiutateci e non criticateci”, o la dichiarazione di oggi di Cancellieri “Crocetta ci seduca con le proposte” denotano un netto cambio di strategia politica. Si stanno rendendo conto che con l’aumentare dei voti, aumentano le responsabilità e che un discorso meramente populistico rischia alla lunga di stancare e, anzi, di creare un effetto controproducente. Una correzione di rotta inevitabile e prevedibile che diventerebbe per i partiti una sfida ancor più impegnativa. Il centrosinistra ha gli strumenti per rispondere colpo su colpo, li deve solo tirare fuori dal cassetto: le primarie aperte per la scelta dei parlamentari valgono 10.000 proclami anti-casta. Un’alleanza chiara e definita prima del voto vale 100.000 “auto-riduzioni” (discutibili) dello stipendio da parlamentare. Rinnovare per davvero le facce in Parlamento e al Governo vale più di qualsiasi strumentalizzazione populistica. Non basta adagiarsi sulla convinzione di avere un programma politico migliore (anche perchè il M5S o il PDL un programma ce l’hanno???), bisogna lottare elettore su elettore per riconquistare la fiducia degli elettori e i segnali vanno dati subito e in modo chiaro.

Cos’è successo in Sicilia? Cosa succederà in Italia?

Bene: il Movimento 5 Stelle è il primo partito in Sicilia. Chi lo sa? Potrebbe accadere la stessa cosa alle Politiche 2013? Non credo, ma anche che fosse, essere il primo partito significa aver ricevuto dai cittadini delle responsabilità e non è mai un bell’inizio dire SENZA MAGGIORANZA ASSOLUTA (che non c’è stata in Sicilia (18%) e non ci sarà alle politiche ovviamente), “noi non faremo alleanze con nessuno!”. Quando si è il primo partito non si governa un paese da soli, si coordina una coalizione di maggioranza e si governa insieme con oneri ed onori. (E dopo sì che il populismo troverà pane per i suoi denti…Parma docet).
Detto questo ovviamente i risultati siciliani devono far aprire gli occhi a molti, non per le percentuali, ma per i voti assoluti: perchè c’è chi ha mobilitato al 100% il proprio elettorato (e con un affluenza del 47%, in pratica ha quasi raddoppiato la propria percentuale) e chi no!
La dichiarazione più inutile della giornata comunque è stata quella di Pierferdinando Casini, quando pretende una coalizione di destra, centro e sinistra contro il populismo! Che non sarebbe altro che il modo migliore per fomentare quel populismo che invece va contenuto con una politica rinnovata che sappia farsi capire dai cittadini.