Sono insulti solo quando vengono dagli altri?

Beppe Grillo che si indigna, definendo schifosi, coloro che hanno preso in giro il deputato grillino Michele Dall’Osso è patetico e populista ! Lui che per anni ha preso in giro Bossi per i gravi handicap lasciati dalla sua malattia, lui che definisce “busone” chi è omosessuale, lui che non ha mai alzato un dito quando diversi esponenti politici insultavano un Ministro, solo perchè nera, e la equiparavano ad una scimmia e ne auguravano lo stupro!
Caro Beppe, sei vecchio, hai 65 anni, uno alla tua età dovrebbe smetterla di comportarsi da bambino e iniziare a capire che l’indignazione non può essere MAI a senso unico! Io che mi indigno per le offese che vengono rivolte al Ministro Kyenge, io che non ho mai condiviso l’attacco personale a chi ha subito una grave malattia, io sì che posso indignarmi, e lo faccio, per coloro che sfottevano il deputato Dall’Osso.

Tu: puoi solo stare zitto!

Alfanistan.

Il voto del gruppo del Partito Democratico al Senato, di rinnovata fiducia, al Ministro Alfano mi umilia come elettore e come democratico. Non riesco a darmi una spiegazione di un atto politicamente così demenziale. Assurdo che venga invocata la volontà di far andare avanti il governo Letta: le dimissioni di un ministro non fanno cadere un governo, come è risultato evidente per le dimissioni di Josefa Idem (tra l’altro per responsabilità oggettivamente infinitesimali rispetto a quelle di Alfano). A meno che non diamo per assodato che il PD sia completamente succube di Berlusconi, e penso che i dirigenti PD intendessero dire proprio questo!

Bravi! Da oggi il governo Letta sarà più debole, politicamente, ma anche di fronte agli elettori. Un incredibile autogol, soprattutto per chi dice di volere a tutti i costi sostenere questo governo, senza ancora aver minimamente discusso di legge elettorale. Per difendere questo governo, lo si deve difendere, non dagli elettori che non lo comprendono (tra cui me!), ma da chi questo governo lo sta danneggiando irreparabilmente, ovvero Alfano e i suoi comportamenti ingiustificabili!
Almeno avessero la dignità di rinchiudersi nel silenzio, piuttosto che minacciare espulsioni o dare “dei mistificatori, delle merde, dei paraculi” (sic) a chi, da dentro il PD, cerca di rispettare il mandato degli elettori e non i diktat del pluri-condannato Berlusconi.
Un esempio di mediocrità politica senza paragoni!
Vergognatevi, perchè io lo stesso già facendo! Anche per voi.

Il problema è un giubbotto di pelle?

Attaccare Renzi perchè porta il giubbotto di pelle è patetico. Difendersi dicendo che è un grave errore attaccare il settore della pelletteria italiano, in compenso, non è di molto più ambizioso. Suggerirei a tutti di elevare il confronto per essere utili sul piano politico a questo sgangherato (in questa fase) partito.


Ha senso fare una battaglia durissima (e su molti punti condivisibile) per mandare a casa i vecchi dirigenti del PD che fanno incetta di incarichi e di poltrone, salvo poi, passati appena 6 mesi e mutata la situazione politica, sbandierare ai quattro venti che si può tranquillamente fare il Sindaco di una città come Firenze e in contemporanea gestire un partito complesso come il Partito Democratico a Roma!?!
Mi si conceda la definizione di “panzanate” a giravolte come questa, che non fanno altro che togliere credibilità a chi le proferisce e questo non lo voglio. Non lo voglio perchè la battaglia di Renzi, il Renzi della primarie, il Renzi della campagna elettorale, servono e serviranno (insieme a tanti altri contributi) a rilanciare il centrosinistra italiano. E non possiamo permetterci il lusso di vedere le nuove risorse del PD morire di strategia e rivitalizzare così quei vecchi volponi che magicamente da essere rottamati passano ad esserne i primi sponsor…

La strategia del terrore…

 

Proprio nei giorni dell’anniversario del sisma, c’è chi vuole capitalizzare consenso politico adottando la strategia del terrore e lo fa purtroppo su basi completamente anti-scientifiche.
Ad esempio prendiamo questo evento: si chiamano dei professori, si chiede loro di parlare di trivellazioni e di depositi di gas sotterraneo. Tutti progetti con un certo impatto ambientale e che personalmente mi vedono fermamente contrario. Ora qualcuno prende questa iniziativa e nel diffonderla utilizza il termine “sismicità indotta”, non si sa se in accordo o meno con gli stessi relatori.
PREMESSA: io sono ASSOLUTAMENTE contrario al deposito sotterraneo di gas, e sia ben chiaro che lo sono ancora di più in terre che hanno dimostrato, ahimè, la loro sismicità. Perchè in caso di terremoto un deposito di gas non garantisce la sicurezza assoluta, molti studiosi e geologi hanno avanzato delle perplessità, ergo ben ha fatto la

Regione a chiedere lo stop del progetto insieme alle amministrazioni comunali interessate.
Ma ci tengo a definire come DEMENZIALE e priva di qualsiasi giustificazione scientifica, la strampalata teoria che siano state proprio trivellazioni di campionamento a scatenare un sisma di magnitudo 6 della scala Richter. Un tubo di pochi centimetri di diametro che scende qualche centinaio di metri nel sottosuolo, scatenerebbe uno sciame di un migliaio di terremoti lungo una faglia di 50 km, con ipocentri ad una profondità variabile tra i 3 e i 15 km, e che liberano energie pari a svariate volte l’esplosione di una bomba atomica?!?! Terremoti del genere NON si inducono con un carotaggio!!!

Allora perchè siamo arrivati a questo punto? Perchè si diffondono VOLUTAMENTE messaggi anti-scientifici che si allargano a macchia d’olio tra una popolazione provata da una catastrofe naturale e si utilizza la paura e il dolore, che molti portano ancora dentro, per una battaglia che invece avrebbe tanto di nobile.
A volte la disonestà intellettuale lascia davvero basiti. “Siamo morti e circondati” è vero, la “creduloneria” è sempre stata tra gli handicap più gravi del nostro popolo e chi la coltiva perde la mia stima, perchè con le falsità perde di valore anche una battaglia che invece andrebbe condotta con i giusti mezzi. Come un anno fa ancora oggi: teniamo botta!

Ma cosa fa Napolitano???

Le chiacchiere stanno a zero: ovviamente il PD è intriso di difetti e appesantito da dirigenti che non ne hanno mai azzeccata una e che abbiamo tenuto a far danni per intere ere politiche. Detto questo è sempre più evidente che rimane il solo e unico partito politico in Italia, fatto e finito. Non si può dire lo stesso per SEL, ridotta ormai a percentuali risicate e dipendenti dalle sole fortune di Nichi Vendola. Non è un partito ovviamente il Movimento 5 Stelle; o meglio, lo sarebbe tecnicamente, ma non nella pratica democratica che definisce come partito un movimento politico dove si costruisce insieme una linea politica, che invece lì viene dettata a suon di post e insulti dal blog di un vecchio comico inacidito. Del PDL e Lega nemmeno parlo perchè sono l’esatto contrario della definizione di presidio democratico. Rivoluzione Civile? Non pervenuta e comunque quando perveniva mi faceva scappare da ridere. Scelta Civica? Nemmeno esiste più come soggetto unitario.
Detto questo e ribaditi i limiti intrinsechi dell’unico partito, il PD, vorrei che riflettessimo su quello che sta avvenendo in questi momenti delicatissimi, che sono convinto disegneranno, in poche ore, lo scacchiere politico italiano dei prossimi 10 anni.

La coalizione di centrosinistra è prima per numero di voti e parlamentari ,ma non ha la maggioranza assoluta nella Camera Alta. Il M5S e il PDL sono congelati dall’indecisione e dall’incapacità di proporre un governo. Come se non bastasse, davanti ad un programma di cambiamento di 8 punti chiari e inderogabili non sanno quali pretesti inventarsi, danneggiando il paese, solo per il gusto di vedere Bersani schiantarsi (insieme all’Italia…).
Un governo senza il PD non è possibile e su questo il premier incaricato sta cercando di fare leva nel confronto con il Capo dello Stato, che mi permetto però di criticare, pur rispettando le sue prerogative costituzionale (così la formula di rito, l’ho detta anch’io). E’ innegabile come da Tangentopoli in poi (e da quando Cossiga finì finalmente il settennato peggiore che ricordiamo) il ruolo del Presidente della Repubblica in Italia abbia acquisito una rilevanza (e di conseguenza una responsabilità) mai raggiunta nè prevista nei precedenti decenni repubblicani. Scalfaro, Ciampi e lo stesso Napolitano hanno dimostrato di essere statisti immensi, fari nella nebbia para-democratica della 2^ Repubblica.
Napolitano però dovrebbe comprendere come affossare il tentativo di un governo Bersani, o comunque di un governo politico a guida PD, sarebbe il vero salto nel buio, da cui NESSUNO (neanche il buon Matteo Renzi) potrebbe proteggerci. In un solo mese, il PD passa, nei sondaggi, da primo a terzo partito, siamo davvero sicuri che anche un nome nuovo possa ribaltare (con questa legge elettorale) il trend negativo che stiamo imbroccando e che verrebbe sicuramente peggiorato ulteriormente in caso di “governissimo” o “governo del Presidente”? E questo nome nuovo può essere così svincolato (politicamente: perchè in fin dei conti è con la politica che si governa un paese!) proprio dall’unico partito che rispetta i criteri europei di democrazia (interna ed esterna)?
Sono domande alle quali dovremo dare una risposta, e che temo che il Capo dello Stato stia volutamente sottovalutando.
La mia posizione è chiara: mai col PDL, si vada dinanzi alle Camere con un governo politico di centrosinistra (Bersani premier o altro nome, sempre PD però!), 8 punti chiarissimi e che sia il PD ad intestarsi (meglio di come ha fatto in campagna elettorale) il vero cambiamento! Se saranno altri a farlo per noi, oltre a fallire loro stessi, fallirebbe il (già) fragile progetto di centrosinistra italiano. Definitivamente. Mi piacerebbe che questo lo capissero anche tutti quei dirigenti del Partito Democratico, attempati e non, rampanti e non, che di giorno sostengono il tentativo quasi impossibile del PD, e di notte si immaginano alternative col solo scopo di non sparire dal prossimo quadro che verrà a crearsi. Fosse per me, sarebbero proprio loro i primi ad andarsene a casa. E poi potremo ripartire, attraversando il deserto, ma ripartendo.

Da Cipro all’Italia?

Mi prendo la libertà di dire due cose sulla crisi di Cipro: paese di cui mi vanto, con molta immodestia, di aver seguito da vicino sia la storia che i recenti avvenimenti. Ora: premetto che mai e poi mai la crisi finanziaria delle super-banche cipriote dovrebbe abbattersi sulle famiglie, ma qui il ragionamento deve essere più complesso rispetto alla solita protesta “Fanculo l’Europa, l’Euro e la Germania soprattutto!”. La prima causa dell’abisso in cui è precipitata Cipro, mi costa dirlo, sono i ciprioti stessi, che per anni hanno votato governi e politici che non si curavano della situazione economica sempre più precaria senza volervi porre rimedio, ma piuttosto continuando ad adulare il proprio popolo con bugie che ai ciprioti faceva comodo credere. Esemplare, da questo punto di vista, l’ex-presidente, che si diceva persino “comunista” (dello stesso partito comunista cipriota che oggi manifesta in piazza…) che snobbava i “warning” della BCE e del FMI, spiegando ai suoi connazionali come dall’Europa si potesse avere, senza curarsi di dare. Bell’esemplare di comunista, che invece io definirei “populista” (per evitare di infangare inutilmente la tradizione, di sicuro più nobile, dell’eurocomunismo) che poi apriva le banche di Cipro al riciclaggio di denaro sporco provenienti dall’attività criminali dei gangster russi. Russi che hanno portato miliardi di euro con ancora addosso l’odore del sangue, della droga e delle armi. Ahimè, ora s’è arrivati al “nec plus ultra” e i nodi vengono al pettine. Soprattutto le classi più deboli pagheranno l’inettitudine del corrotto sistema cipriota. Sistema-paese che ancora non s’è ripreso dalla guerra del 1974 e dalla successiva occupazione militare che ancor oggi divide l’isola in due!
Il sistema politico, per pararsi il didietro, non si farà scrupoli nel far convergere la rabbia dei cittadini sulle istituzioni europee, che se hanno una colpa è quella parlare solo di austerità e mai di solidarietà, alimentando involontariamente questo pericoloso circolo vizioso.
Spero che tutto ciò serva di lezione anche a noi italiani e che finalmente ci dia la possibilità di aprire gli occhi per poter qualificare, per quello che è, la demagogia pericolosa di qualche comico da strapazzo, che mira alla gloria personale a suon di “coups de theatre”, portando in realtà a risultati di tutt’altro tipo rispetto a quanto inizialmente raccontato agli italiani.

Perchè Bersani

Vorrei spiegare perchè ho votato e voterò Pier Luigi Bersani in dettaglio. Ritengo il programma di Matteo Renzi pieno di spunti utili che chiunque vincerà dovrà portare nella futura azione di governo. A sostegno della candidatura di Renzi trovo persone di cui ho stima e che spero che presto possano sostituire quella classe dirigente che ormai ha esaurito la spinta propulsiva. Parlando impropriamente potrei essere definito un “rottamatore” per Bersani (e ho già spiegato perchè solo Bersani può, e deve, aprire al vero rinnovamento).
Con la premessa che sosterrò e voterò alle politiche il PD e Matteo Renzi nell’ipotetico caso dovesse prevalere al ballottaggio, io domenica prossima PREFERISCO BERSANI!
Perchè, oltre ad avere un programma solido ed aver già dimostrato competenze al governo nazionale, mette un grande raggruppamento di persone, esperienze ed idee, il PD, al centro di tutto. Il programma della Leopolda, i sostenitori del Sindaco di Firenze, a Modena e in Italia, meritano rispetto. Mi preoccupano molto invece i toni e i modi con cui Matteo Renzi in persona cerca e chiede il consenso. Non è solo per la demagogia (es. abolizione finanziamento pubblico ai partiti), non è solo questione di termini (“NOI” piuttosto che “IO” o “LORO”). E’ che non si può cavalcare il risentimento verso la politica, cercando di spaccare tutto e anche a costo anche di screditare il PD e i partiti in genere come strumento di democrazia.
Tutto va riformato (è vero, e me ne voglio assumere anch’io la responsabilità) ma per riformare qualcosa bisogna evitare di distruggerla prima, no? Matteo Renzi non mi da garanzie di fedeltà ad un progetto a lungo termine e che metta prima le idee e le necessità del paese piuttosto che il suo bel facciotto. In politica bisogna saper parlare anche alla pancia del paese, fa parte del gioco, ma sempre promettendo ciò che si può mantenere e farlo con parole che non alimentino (volutamente) tensioni.
Viviamo nella società dell’apparenza (ahimè) e forse anche a sinistra dovremo imparare a comunicare, ma l’Italia non ha più bisogno di uno che dica quello che ci vogliamo (egoisticamente) sentire dire, ma di una persona che ci dica le cose come stanno e che cerca di proiettarci nel futuro con politiche nuove sì, ma con radici profonde. E questa persona è Pier Luigi Bersani!
W il centrosinistra e W le primarie!

Chi vuole l’escalation a Gaza?

Premetto: io sono assolutamente pacifista, completamente equidistante dalle due fazioni, Israeliani e Palestinesi, in guerra (perchè di guerra si tratta). L’ONU, gli Stati Uniti del Premio Nobel per la Pace Obama, l’Unione Europea DEVONO intervenire subito per bloccare un conflitto, ormai fuori controllo, con tutta la pressione di cui sono dotati e successivamente valutare anche l’invio di una forza militare di Pace. Israele deve essere fermato ma i Palestinesi devono abbandonare una volta per tutte il terrorismo: come ci sono arrivati a Gaza le migliaia di razzi che stanno cadendo sulle popolazioni civili? Sono il pretesto migliore di Israele! I fantasmi del passato riemergono, l’ombra dei signori della guerra che sguazzano nel creare conflittualità tra popoli unicamente sulla base di ideologie. Non è più un’ “azione di auto-difesa preventiva”, nè una “guerra di liberazione”, nè un’ “intifada”. Per queste ragioni, e guardando in casa mia, continuo non capire come una parte di sinistra italiana continui a sostenere a senso unico la cosiddetta “resistenza” palestinese. Sto, come sempre, dalla parte della popolazione civile sotto le bombe, ma non si può invece solidarizzare con quella minoranza che travestendosi da “martiri della libertà”, in questi anni hanno contrabbandato razzi ed armi nella Striscia di Gaza per poter cancellare in un futuro prossimo lo Stato di Israele. L’unico risultato ottenuto è stato il far pagare all’inerme popolazione palestinese la reazione (volutamente) sproporzionata dell’esercito israeliano. La comunità internazionale imponga una tregua immediata per permettere ai palestinesi di isolare subito Hamas e le brigate estremiste. Togliamo ogni pretesto all’esercito israeliano di entrare con le truppe a Gaza, ORA!

Follia papale.

Ha dell’incredibile la “predica” di Ratzinger contro l’ateismo e l’agnosticismo. Sottovalutando come anche il “non avere Dio” in sè è una forma di credo, Benedetto XVI si lancia in un’impossibile disanima della questione come se fosse un soldato in guerra. Arrivare a definire che “l’uomo senza Dio è ridotto a una sola dimensione: quella orizzontale. E questo riduzionismo è una delle cause fondamentali dei totalitarismi e dell’attuale crisi di valori” è al limite della follia! L’affermazione del Papa “solo con una sensibilità trascendentale si può vivere a più dimensioni” mi porta a chiedergli: sì, ma bisogna anche indossare gli occhialini 3D quando s’entra in chiesa adesso? 😉

“Four more years”

Entusiasta per la vittoria di Obama andata oltre ogni aspettativa: ha vinto nel voto popolare, i democratici hanno incrementato la maggioranza al Senato e persino ridotto lo svantaggio al Congresso. Pur dovendo trattare in Parlamento con i repubblicani in questi “four more years” Barack Obama avrà modo e tempo per mantenere le sue promesse, senza alibi nè scuse. Le aspettative che gravano su di lui sono persino maggiori rispetto a 4 anni fa. Vincere non è difficile, lo è confermarsi. Viste le imponenti sfide che sia America che Europa si trovano davanti, alla fine di questo suo secondo mandato tutti i democratici e i progressisti del mondo o pagheranno un suo eventuale fallimento oppure (come credo) gioveranno del suo successo. Forward!